La mia prima mostra personale presso la Galleria Parione9 presenta per la prima volta al pubblico il progetto Codice Urbano. I lavori del ciclo Codice Urbano nascono in modo spontaneo; è il segno precedente che chiama e determina il successivo, in un continuo rimando di reciproci rapporti, suggestioni, come in una sorta di flusso di coscienza applicato alle forme base della geometria. Si inizia a disegnare facendo scorrere liberamente i segni finché non risultino piano piano e di volta in volta imprevedibili somiglianze che ispirano il gesto successivo. Da questa spontanea, ma non casuale, combinazione di linee e superfici emerge una mescolanza di forme architettoniche, paesaggi industriali e immaginari fantascientifici.
Gli elementi usati sono dunque come lettere di un alfabeto capace di portare alla luce città reali e di fantasia che popolano i nostri immaginari, consci e inconsci, privati e collettivi. I lavori che costituiscono tale progetto sono un tentativo di cogliere e rendere visibili le avventure mentali e le stratificazioni di senso che risiedono nella memoria, facendo leva sulla percezione del presente, dell’attualità del segno.
Punto di partenza dei disegni è l’esperienza o il ricordo dell’esperienza di un luogo fisico o della fantasia. L’atto del disegnare, in questo contesto, può essere paragonato all’attività di un sismografo che tenti di registrare gli elementi essenziali di quelle sensazioni riversandoli sulla superficie da disegnare.
In questo modo il segno non riproduce in modo strettamente figurativo, ma porta alla luce qualcosa, racconta una storia, propone una strada che chiede di essere interpretata.
Durante il periodo della mostra ho previsto la presenza di un piccolo set di tessere con frammenti di Codice, lasciato a disposizione del pubblico per sollecitare un libero gioco di concatenazioni e la creazione di una propria riscrittura urbana, di un proprio personale Codice.
La mostra è a cura di Elettra Bottazzi e Marta Bandini.